8 settembre 1923, nasce a Mompiano, borgo pedemontano alla periferia di Brescia, Gianni Trainini, primo di quattro fratelli (Nucci, Ines e Angelo con cui manterrà strettissimi legami per tutta la vita), da Aldina Meschini, casalinga, e Umberto Trainini, fine artigiano stipettaio, assai versato nel disegno dei modelli da eseguire.
Umberto Trainini viene da famiglia di decoratori e pittori affreschisti da generazioni, attivi e ben noti in Lombardia e specificatamente in provincia di Brescia (il prozio Angelo, il cugino Giuseppe, i fratelli Luigi, Arturo, Giuseppe e il più conosciuto Vittorio).
Gianni Trainini dimostra, precocissimo, attitudine al disegno tanto che lo zio Vittorio lo prende con sé in età giovanissima, come aiuto per i lavori più facili e di servizio nell'impegnativa attività di decoratore e affreschista sacro, che lo zio svolge in numerose e importati commissioni a Brescia e in provincia. Si rinnova così l'antica tradizione della bottega d'arte rinascimentale, lo zio si rende subito conto del talento del giovane nipote e gli affida piccoli lavori di rifinitura e di decorazione più semplice, ma anche, quasi per scommessa un tondo con la figura del santo curato d'Ars, nel restauro della vecchia parrocchiale di Mompiano; il risultato è il sorprendente ritratto di un vecchio prete dall'espressione arguta e dallo sguardo dolcissimo; è il 1935 e il giovane apprendista ha 12 anni.
Dal 1935 al 1946 sono anni di lavoro frenetico, sotto il magistero dello zio Vittorio, il giovane ruba con attenzione sempre crescente il mestiere antico e affascinante del dipingere a fresco.
La velocità dello zio nel dipingere sull'intonaco fresco prima che si asciughi è proverbiale e ammirata dai critici e dai colleghi, Gianni la studia, la impara con appassionata attenzione e la ricorderà e ne parlerà poi per tutta la vita.
La sua presenza nella squadra di Vittorio Trainini è costante e testimoniata in oltre 30 lavori.
Durante il servizio militare Gianni consegue con notevole sacrificio il diploma magistrale studiando senza interrompere il lavoro nelle pause dal servizio. Negli ultimi mesi del 1944 si unisce ai gruppi partigiani cattolici attivi in Val Trompia e in Valle Camonica.
Alla fine della guerra frequenta l'Accademia di belle arti di Venezia avendo per compagni di studi Santomaso e Vedova.
Anni di sacrificio, ma di grande fervore e curiosità per un mondo artistico che gli si apre nella frenetica febbre di libertà espressiva che si respira a guerra finita e all'avvio della ricostruzione. Collabora ancora con lo zio fino al conseguimento del diploma nel 1946.
Nel 1947 esegue il primo lavoro autonomo a Ponte di Legno, Cappella di Villa Luzzago e a seguire i primi importanti lavori nella parrocchiale di Marmentino, con affreschi parietali di notevoli dimensioni. Fin da questi primi lavori, sia nella decorazione che nelle figure, rivela uno stile proprio che si confermerà e perfezionerà negli anni, una leggerezza aerea e una grande leggibilità dei soggetti nella semplicità legata alla tradizione della storica pittura bresciana.
Le commissioni si susseguono sempre più importanti in provincia di Brescia e Trento.